Messaggi vocali, tre buoni motivi per non inviarli.
Guardo la mia chat di whatsapp e vedo l’audio da 2.03 minuti che non ho la minima intenzione di ascoltare.
In 2.03 minuti posso: fare due/tre telefonate, guardarmi il riassunto di Dynasty, mangiare un frutto, postare una foto in facebook e gustarmi i “sei bellissima” finti come quelli che ti dice “il tipo” fuori dal supermercato, interessato esclusivamente all’euro del carrello, ma che indubbiamente ti risollevano la giornata.
Insomma posso fare un sacco di cose più interessanti che trovare un luogo appartato dove ascoltare un monologo al quale, indipendentemente dal contenuto, risponderò con l’emoji del pollice in su che è la forma più sintetica di mandare a quel paese qualcuno, perché, diciamocelo, quelli che mandano i vocali di 2.03 minuti meritano che il telefono gli cada nella tazza.
– contenere messaggi privatissimi: “volevo sapere se i lassativi hanno funzionato”, non a tutti piace condividere la propria vita con tutti i passeggeri del freccia rossa carrozza 5.
I messaggi vocali non dovrebbero:
– mai superare i 20 secondi soprattutto quando i primi 10 sono “scusa se ti mando un vocale…” se le prime tre parole contengono uno scusa è evidente che il vocale non è una buona idea.
– mai essere di lavoro: non c’è vocale che non possa essere sostituito da una telefonata, se non vi rispondono evidentemente sono impegnati anche per ascoltare un vocale, se proprio non si può rimandare meglio un messaggio di testo: più immediato.
I vocali d’amore… belli bellissimi soprattutto quando non si sente il sottofondo del bagno!
I messaggi vocali oltre i 20anni sono un po’ come i pantaloni a metà polpaccio per gli uomini: inappropriati in ogni occasione.